Stefano Bollani studia piano classico al Conservatorio Luigi Cherubini a Firenze e si diploma nel 1993 sotto la stretta supervisione del Maestro Antonio Caggiula (della scuola napoletana di Tito Aprea e Luigi Denza). Durante gli anni di studi classici, a casa il giovane Bollani divora ogni tipo di genere musicale, immergendosi nella musica pop, nel repertorio canzoniere italiano e, in particolare, nel jazz, affermandosi presto nel panorama dei musicisti jazz internazionali. Solo anni più tardi si avvicina, felicemente, all’orchestra sinfonica, come l‘Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, l’Orchestre National de Paris, la Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Viene guidato da direttori appassionati tra cui Riccardo Chailly, Daniel Harding, Kristjan Järvi, Gianandrea Noseda, Antonio Pappano e Zubin Mehta. Nel 2010 Bollani incide l’album di successo Rhapsody in Blue, con Concerto in F, Catfish Row e Rialto Ripples di Gershwin, e nel 2011 Sounds of the 30s con opere di Ravel, Stravinskij, Weill e De Sabata, entrambi con l’Orchestra del Gewandhaus di Lipsia diretto da Riccardo Chailly e pubblicato da Decca. L’attuale repertorio concertistico di Bollani è composto da Concerto n. 23 in la maggiore (K488) di Mozart, Rhapsody in Blue di Gershwin e Concerto in re minore (FP61) di Poulenc, per due pianoforti e orchestra (insieme all’amico pianista Hyung-ki Joo), oltre alle sue opere orchestrali Concerto Azzurro e Concerto Verde. È entrato nel mondo della musica classica non solo come solista speciale, ma anche come compositore speciale.
CONCERTO AZZURRO per pianoforte e orchestra (2017)
Azzurro! Come il quinto chakra dell’udito. L’azzurro ci dice: “Ascoltate voi stessi e gli altri. Create! Disobbedite!” – ci dice ancora l’azzurro. Non tace mai, l’azzurro. Ci ricorda continuamente che “c’è una chiave per ogni portone” (Robert Musil) e che “ogni porta è una possibilità, non un ostacolo” (Charlie Chaplin), ma anche che “azzurro è un colore, questo vi basti” (Giulio Cesare). Concerto Azzurro per pianoforte e orchestra (2017) di Stefano Bollani, brillantemente arrangiato da Paolo Silvestri (arrangiatore del Concertone di Bollani nel 2003), è stato commissionato e poi presentato in Germania nel 2017 dall’Orchestra Sinfonica della radio MDR di Lipsia sotto la direzione di Kristjan Järvi. Quest’opera dalla struttura di composizioni classiche è chiaramente ispirata al linguaggio del jazz, che emerge anche nel groove trascinante del giovane batterista italiano Bernardo Guerra (un grande talento del quartetto jazz di Napoli Trip di Bollani) tra i membri dell’orchestra. Concerto Azzurro, articolato in un prologo e tre movimenti, riflette al meglio l’approccio giocoso di Bollani nel fare e interpretare la musica classica, disobbedendo creativamente alle regole che impongono a un pianista che suona con un’orchestra di rispettare rigorosamente una partitura immutabile. Ciò è possibile grazie alle numerose improvvisazioni di Bollani al pianoforte. Il senso del progetto è stato mirabilmente riassunto da Lucy Van Pelt, l’amica di Charlie Brown: “Ci ho pensato parecchio ultimamente e mi sono convinta che fare il cielo azzurro è stata una buona idea!”. Concerto Azzurro è stato registrato dal vivo al Centro Cultural Kirchner di Buenos Aires a giugno 2018 con l’Orchestra Sin Fin sotto la direzione di Exequiel Mantega e sarà lanciato dall’etichetta di Bollani, Alobar, a febbraio 2021, insieme a Concerto Verde, la più recente opera orchestrale di Bollani.
CONCERTO VERDE per pianoforte e orchestra da camera (2019)
Dopo Concerto Azzurro per pianoforte e orchestra dedicato al chakra della gola e quindi dell’espressione, Stefano Bollani ha creato un altro concerto di stampo classico: Concerto Verde per pianoforte e orchestra da camera; verde come il centrale quarto chakra del cuore e quindi dell’amore. Concerto Azzurro è stato arrangiato dal compositore e direttore d’orchestra Paolo Silvestri, mentre con Concerto Verde – per la prima volta – è Bollani stesso l’autore di tutta l’intera partitura, che presenta momenti di disobbedienza alle regole che vogliono il pianista obbligato a stare dentro a una partitura precisissima e immutabile. Concerto Verde, fortemente influenzato dalla vena jazz di Bollani, prevede diversi passaggi d’improvvisazione, affidati a un vero e proprio piano jazz trio, con il giovane batterista fiorentino Bernardo Guerra (già complice di Bollani nel quartetto Napoli Trip e in Concerto Azzurro). Concerto Verde, che attinge anche al mondo del tango e ad altre musiche tradizionali folkloriche dell’Argentina, è articolato in quattro movimenti, ciascuno dei quali presenta un suo distinto carattere di motivi e ritmi e, come vuole la tradizione classica, il terzo movimento, lo “scherzo”, spicca per la sua allegra giocosità, che riflette al meglio la creatività briosa di Bollani. Con Concerto Verde Bollani ha creato un inno all’amore: all’amore tout court, ma anche all’amore per la musica. L’opera è stata registrata dal vivo al Teatro Coliseo di Buenos Aires a giugno 2019 con l’Orchestra Sin Fin sotto la direzione di Exequiel Mantega e sarà lanciata da Alobar a febbraio 2021, insieme a Concerto Azzurro.
Foto di Enrico Fantoni.
Musicisti
Stefano Bollani – piano
Orchestra
